Il volere genera potere…dicono.
Ma come agire intenzionalmente sulle tue forze volontarie,
potenziandole giorno per giorno ?
Se stai commettendo anche tu l’errore di credere alle menate dei “guru” motivazionali ascolta un consiglio davvero sincero:
Non lasciare che l’insaziabile fame di successo e ricchezza di “guru famosi”, venga placata
con i soldi del tuo duro lavoro.
Ti garantisco che non è una provocazione o uno scherzo.
Ho sempre creduto nella forza del pensiero positivo
e della massima “Volere è potere”.
Ho frequentato corsi motivazionali e riempito le tasche di questi grossi
nomi del palcoscenico mondiale della formazione.
Ho vinto diverse sfide, anche grazie a quegli insegnamenti,
ma ad un certo punto mi sono accorto che sono
insegnamenti “malati”, “distorti”, “manipolatori” e, per certi versi
costruiti consapevolmente a proprio vantaggio e,
a discapito delle migliaia di ignari “seguaci”.
Per intenderci, non sono pentito di aver fatto
quelle esperienze, ma oggi posso dire con certezza
che sono davvero poche le persone che hanno compreso
il valore profondo del concetto di evoluzione.
La maggioranza ha provato tanta frustrazione.
L’esaltazione iniziale ha portato tanta speranza,
ma anche tanti fallimenti,
senza portare la consapevolezza necessaria.
Per certi versi è giustissimo. Insindacabile. Non trovi?
È il classico approccio Newtoniano alla realtà.
Se trovi l’uomo ideale o la donna ideale sarai felice,
se trovi il lavoro ideale avrai successo, guadagnerai e sarai gratificato,
se vai a 100 Km/h dopo 10 ore avrai percorso 1000 Km.
Come si può pensare di contraddirlo?!
La questione è un’altra.
Il modello Newtoniano, funziona alla perfezione solo fino a quando
tutto funziona alla perfezione.
No, non è un gioco di parole. È proprio così.
Se si verificano le condizioni ideali, allora l’ideale si manifesta.
Ora, però, prova a rispondere a queste domande:
I “maghi” della crescita personale ti direbbero che ci sono dei comportamenti efficaci e altri meno, quindi basterebbe cambiare i comportamenti.
Perfetto, ma cosa accade se non riesci a trovare la giusta
motivazione interiore per un cambiamento concreto e definitivo?
Ecco, il punto è proprio questo.
L’approccio della formazione motivazionale, è brutto dirlo, è spesso un’azione di “massa”.
Avrai sicuramente sentito parlare o avrai partecipato a
dei corsi motivazionali insieme a 100, 300, 1000 persone?
Io ho partecipato ad un evento motivazionale di 4 giornate
a Londra in cui c’erano ben 12.000 persone.
Un autentico carnaio!
Ben 12.000 esseri umani che si spostavano da
padiglione in padiglione, come se fossero una mandria di vacche.
Migliaia di coscienze “macellate” da un grande attore/formatore che sbraitando ti diceva cosa fare per avere successo. E cosa fare per avere ogni cosa. Fare, fare, fare…
Mai nessuno si è interrogato su chi fossero tutte quelle persone,
sui loro trascorsi, sulle loro reali aspirazioni e difficoltà.
Questi guru applicano gli stessi clichè alle coscienze, come se si trattasse della programmazione di un’ “app” per Android.
Pensano che la mente si possa e si debba riprogrammare
come se fosse una macchina.
In un suo commento su Facebook, Rosy Finguerra scrive: “È proprio questo il problema. Dobbiamo imparare a volere. È lì la difficoltà… nel volere. Il 90% della nostra mente è programmata per sabotare.”
Federica Todisco aggiunge: “A me fa pensare al subconscio, ossia al fatto che se la sola forza di volontà bastasse, molte persone potrebbero già ottenere quello che vogliono. Il problema è che non basta la volontà perchè è il subconscio ad esercitare maggior potere rispetto alla mente conscia e di conseguenza siamo condizionati da tutta una serie di convinzioni e pensieri limitanti che depotenziano la stessa forza di volontà.”
Ti dico come la penso:
non è vero che “Volere è Potere”. Non è sempre così.
Certo, ci si può elevare, consciamente, sul proprio passato e sulle proprie conoscenze e dare un comando netto all’equipaggio, così come farebbe il capitano di una nave.
Ci si può elevare e dare uno di questi comandi? Certo.
Lo avrai fatto centinaia di volte anche tu, vero?
“Lo voglio!”
Ma cosa succede se poi non accade?
E se non accade è perché non l’hai voluto abbastanza?
Non trovi che siano davvero invidiabili questi superoi, supermotivati che riescono a trovare una forza straordinaria e ardente nel voler realizzare i propri sogni?
Io credo che siano davvero potenti, ma credo anche che non debbano essere la sola fonte d’ispirazione come qualcuno vuol farti credere.
Nessun coach ti dirà mai che il cambiamento è davvero impegnativo e che, molto spesso, gli schemi del passato sono una gran brutta bestia da sconfiggere.
Piuttosto ti dicono che “se vuoi puoi”. Più facile no?
Il primo dilemma che ci troviamo ad affrontare
nei nostri coaching, è di comprendere il modello di pensiero,
il paradigma, “come la pensa” il nostro studente in merito alla possibilità di
intervenire attivamente nella “costruzione” della propria realtà.
È proprio quello che ti domando: tu cosa pensi?
Se non credi, o non sai di poter essere parte attiva nella realizzazione dei tuoi obiettivi, difficilmente potrai sviluppare le tue forze volontarie, non credi?
Giovedì 25 febbraio terrò una conferenza dal titolo:
Come ottenere ciò che vuoi e godere di quello che hai.
Un incontro di 2 ore in cui imparerai:
Per partecipare clicca qui —> Come ottenere ciò che vuoi e godere di quello che hai.
2 comments
Federica
A mio avviso spesso la frase “Volere è potere” è un rifugio che ci accoglie ogni volta che viviamo una situazione di paura, insoddisfazione, fallimento rispetto alle nostre aspettative. “Volere è potere!” ci diciamo, come se fosse un’ancora di salvezza, come se in quella frase trovassimo la motivazione per agire. Ma Volere e potere non basta, la volontà non basta. Come fare allora per raggiungere i nostri obiettivi? Quale strategia bisoga adottare? Qual è il valore aggiunto a “volere è potere”? Ci sono troppe variabili affinché quest’affermazione possa avere un valore universale. Perché ognuno di noi è diverso, ognuno di noi vive la sua realtà con credenze differenti. Quando si tratta della coscienza (e conoscenza) umana, non può esistere un paradigma standardizzato.
Daniele
Ci si deve mettere prima in gioco in ogni caso!!!